
22 Gen Pareggio con rimpianto finale
Posta suddivisa al Menti nel derby veneto tra Vicenza e Chievo
Il calcio è uno sport ricco di paradossi e, in definitiva, ogni volta dimostra di non essere una scienza esatta.
PARI EQUO. O FORSE NO. Così stato la partita tra Vicenza e Chievo, in cui al termine le squadre, volenti o nolenti, si sono divise la posta in palio. Il risultato accontenta e in fondo amareggia entrambi. Rende felice da un lato la formazione padrona di casa, che trova un punto contro un avversario qualitativamente superiore, col rammarico di non aver potuto passare alla cassa con il jolly del gol del vantaggio, un po’ cercato e un po’ trovato.
RETROGUSTO AMARO. Al contrario, o semmai allo stesso tempo, dopo avere rischiato di lasciare le mani nella tagliola preparata dall’amico-nemico di Carlo, i gialloblù tirano un sospiro di sollievo per aver evitato la sconfitta ma in definitiva nei 40 chilometri a ritroso sulla A4 hanno maturato un retrogusto amarognolo per la consapevolezza di aver lasciato sul campo due punti, al termine di un match in cui è stata evidente la superiorità tecnica della formazione di mister Aglietti.
MEGLIO IL CHIEVO, MA NON BASTA. Il primo tempo è apparso una versione MEGLIO calcistica di una partita scacchi. Il Chievo domina ma il re avversario, ovvero la porta del Vicenza, è ben coperta da alfieri e pedoni. Così nasce una sola vera occasione realmente pericolosa (una punizione di Giaccherini) nonostante una notevole fase di possesso. La montagna partorisce il classico topolino, prima del vantaggio berico, che costringe i gialloblù a rivedere i piani in una ripresa in cui asfissiano il Lane ma non vanno oltre l’uno ad uno. Occasione persa o punto guadagnato? Difficile dire. Di sicuro per StellaFM è stata una giornata da ricordare.